Un gol per integrare
I ragazzi di Impresa Sant’Annibale affrontano la nuova sfida sportiva grazie al progetto “Un Gol per Integrare”.
Il Circolo S. Pietro, in collaborazione con la Parrocchia San Tommaso Moro, l’Associazione Integra Sport 2013 Onlus e l’Associazione Impresa Sant’Annibale Onlus hanno infatti realizzato un progetto di calcio integrato per permettere ai ragazzi meno fortunati di praticare lo sport desiderato.
Il Circolo S. Pietro consapevole dell’importanza della pratica sportiva per apprendere i valori più sani del vivere in società ha scelto di sostenere anche economicamente il progetto che coinvolge giovani provenienti dalle Case Famiglia e giovani con disabilità.
L’obiettivo è utilizzare la pratica sportiva, in particolare il gioco del calcio, come strumento di crescita personale per i ragazzi sia come veicolo privilegiato per acquisire competenze ed abilità spendibili successivamente nel mondo del lavoro (regole, lavoro di squadra, rispetto degli altri, etc.).
Il gioco del calcio, appassionante e aggregativo quasi per definizione, si fa centro di un programma che sarà sviluppato in tre fasi distinte, rispettivamente, riguardanti 1) la formazione di una squadra di calcio costituita da circa ragazzi adolescenti normodotati tra quelli già presenti in oratorio e quelli provenienti dalle case famiglia; 2) l’avviamento di un tirocinio professionale per tre ragazzi sempre provenienti dalle Case Famiglia, come opportunità per chi volesse intraprendere la strada sportiva; 3) la realizzazione del progetto Integra che mira a favorire l’integrazione tra atleti normodotati e disabili, dunque, a promuovere una cultura dello sport dove “diversità e difficoltà” diventano veicolo di crescita personale.
Non possono non tornare in mente le parole del Santo Padre rivolte alle nazionali di calcio di Italia e Argentina, il 13 agosto 2013, ricevute in udienza prima di una partita amichevole: «Nel gioco, quando siete in campo, si trovano la bellezza, la gratuità e il cameratismo. Se a una partita manca questo perde forza, anche se la squadra vince. Non c’è posto per l’individualismo, ma tutto è coordinazione per la squadra».